L’architettura religiosa ravellese offre al visitatore più attento e che non si ferma alla visita delle testimonianze architettoniche maggiori l’occasione di scoprire veri gioielli che sono la sintesi del sentimento religioso locale e della maestria costruttiva che si è consolidata nel tempo. La tradizione vuole che Ravello in antichità avesse cento chiese e, se consideriamo, le tante cappelle che punteggiano le antiche scale che collegavano i vari punti del centro urbano le chiese sono sicuramente più di cento. Accanto a chiese di patronato delle antiche famiglie patrizie, che rappresentavano non solo un luogo di culto ma anche una testimonianza del loro potere economico, ci sono piccole chiese che, dedicate ai santi più venerati nella religiosità popolare, accoglievano gli abitanti del circondario nei momenti di festa o di difficoltà. Molto diffuso il culto della Vergine, potente avvocata presso Dio, che viene venerata sia col titolo di Madonna delle Grazie che con quello di Madonna Addolorata, e poi anche con i vari appellativi che derivano dal luogo dove sorge la chiesa (della Rotonda, del Lacco, a Gradillo, della Pomice ecc.); oltre alla Vergine si veneravano i Santi taumaturghi, quelli, cioè, che guarivano le infermità, come i SS. Cosma e Damiano e lo stesso S. Pantaleone. Da sottolineare che molte di queste cappelle, sebbene abbiano perso il ruolo di centro religioso aggregativo della zona dove sorgono, conservano ancora oggi l’importanza religiosa tanto che c’è sempre una località di Ravello dove si svolge una piccola festa per ottemperare alla memoria del Santo o della Madonna. Esse custodiscono, molto spesso, piccoli capolavori artistici, che purtroppo a volte sono state oggetto di furto, privando questi luoghi soprattutto delle testimonianze di un antico sentimento religioso, difficile da trovare altrove.