La villa, adibita attualmente ad uso ricettivo ma comunque aperta al pubblico, appare molto complessa perché poco si sa delle strutture originarie (era della famiglia Acconciagioco) rispetto alla grande opera di monumentalizzazione avvenuta nei primi anni del secolo scorso, quando il nuovo proprietario, Lord Bercket Grimthorp, affidò la risistemazione dell’area ad un ravellese, Nicola Mansi.
Dopo un ingresso che immette nel viale centrale, si vede il palazzo, che ricorda un castello merlato con tanto di torre e vani finestra arcuati, sottolineati da giochi cromatici realizzati in tufo. Un’altra torre, con cuspide finale maiolicata, riproduce il campanile della Chiesa di S. Martino.
Il palazzo è adibito a struttura ricettiva ma anche dall’esterno si intuisce la ricchezza che caratterizza la struttura creata tenendo presente le più belle ed importanti architetture ravellesi.
Visitabile è la struttura che riproduce un chiostro, con bifore inquadrate da archi a sesto acuto e poggianti su colonnine tortili, con la vera del pozzo al centro, fortemente influenzato dal chiostro francescano del vicino Convento di San Francesco.
Appartata, così come richiede la funzione, sulla destra si apre la cosiddetta Tea-room, decorata con gli archi intrecciati del cortile centrale di Villa Rufolo; si tratta, infatti, di una costruzione a pianta rettangolare che ha un lato lungo aperto sul roseto attraverso archi retti da esili pilastri decorati da maioliche e motivi ad intreccio. Statue di ispirazione classica abbelliscono il vicino roseto.
Sottostante il corpo di fabbrica principale fu creata quella che impropriamente è chiamata “cripta” su imitazione della sala da pranzo di Villa Rufolo, con pilastri a fusto ottagonale da cui dipartono colonne attorcigliate.
Visitabile in tutta la sua ampiezza e bellezza resta il parco, con il viale che termina nel Belvedere dell’Infinito, con un panorama mozzafiato che apre la visuale dal Cilento fino ai promontori costieri oltre Amalfi e sui terrazzamenti che incorniciano le pendici che degradano verso il blu del mare. Al belvedere, decorato da copie di busti romani, si accede attraverso un padiglione a cupola con la statua di Cerere.
La riproduzione di un tempietto classico circolare accoglie, immerso nei giardini del parco, le ceneri di Lord Bercket, mentre numerose statue (tra tutte Eva nella grotta, opera dello scultore Adamo Tadolini) abbelliscono i terrazzamenti, che ondeggiano tra il giardino ornamentale e il bosco di castagno.